Giusy Caroppo

Ho incontrato Guillermina De Gennaro molti anni fa. Scrivevo di quello che, per me, è stato un colpo di fulmine tra curatore e artista: “…fuori dai circuiti convenzionali si finisce sempre per trovare qualcosa di buono…”. La incontravo “tra le architetture bianche della graziosa Terlizzi, in una palazzina antica: come segno distintivo, una maestosa bifora…”, scrivevo.  Presentata da Cinzia Cagnetta, padrona di casa della galleria Omphalos, scoprivo una deliziosa mostra a cura di Pietro Marino, ricca di suggestioni visive e sonore,  Adiós”.

Una mostra complessa, e insieme leggera, già densa di temi – l’addio, l’allontanamento, la dimora – che diventeranno una sorta di ossessione tematica per Guillermina De Gennaro.

Una speciale nostalgia di cui è permeata tutta la sua produzione, senza che si ceda al patetismo dalla vena tragica. Un nostos che Guillermina trasferisce in colori pallidi e contorni accennati. Che accentuano un senso di sospensione: la sua cifra stilistica.

Dipinti digitali offerti al pubblico attraverso lo strumento della ripetizione, anzi della “finta” ripetizione, razie alla distinzione di piccoli dettagli – tra figurazioni simili – lì dove vibrano le patine lucide o opache, quasi impercettibili, della pittura a tecnica mista, da lei fotografata e rieloborata con mezzi digitali, riconoscibile nei colori pallidi, così come negli oggetti del nostos: che sia volo regolare di stormi di uccelli,  sagome di navi che salpano, biancore di approdi irraggiungibili, sguardi ammalianti e languidi di donne orientali o di adolescenti nell’attimo del passaggio all’età adulta.

È la memoria a reggere il gioco.  Una memoria che sovrappone anche tempi e spazi. Ed è accompagnata dalla musica, sempre. Tutto è assurdo e niente è particolarmente definito, nelle vecchie e nuove opere di Guillermina. Allora, è un personificazione della memoria? Anch’essa incerta per natura, meticcia come le enigmatiche ragazze dagli occhi a mandorla, che ritornano nei cicli di opere più noti o nel lento fluttuare dei volti multicolori, e così diversi ma unificati dalla profondità dello sguardo, di “Volver sin Volver – Tornare senza tornare”.
“Volver sin volver” è l’opera che mi ha vista quasi identificare con la ricerca di Guillermina. dapprima nella darsena del Forte a mare di Brindisi per Intramoenia Extra Art.

Poter – insieme – studiare un luogo magico e definirvi una situazione e soluzioni tecniche per questa visonaria installazione galleggiante, dove il fluire incessante dell’acqua contrasta la staticità “impossibile” degli imponenti ritratti galleggianti, senza approdo, e si accompagna al violoncello di Giovanni Sollima.  Un’opera che nasce da uno stato d’animo, come lei stessa sostiene. “L’elemento acqua, nella sua versione olistica, il mare, diventa luogo di transito, in cui milioni di speranze sono annegate negli ultimi anni”.  Ed è nel Porto di Rotterdam, dopo essere stata presenza dirompente in Puglia,  che approda – la mostra fluttuante di Guillermina De Gennaro, nel bacino del Wilhelminapier; progetto speciale con cui INTRAMOENIA EXTRA ART, col marchio WATERSHED, migra in acque olandesi: è un’immersione nel mare del passato, un ritorno simbolico e onirico alla terra dell’infanzia, vissuto attraverso le immagini; ma anche la rappresentazione di quel nomadismo antico, eppur contemporaneo, che unisce generazioni ed etnie, un tentativo di visualizzare il sentimento del viaggio, del coraggio e del non ritorno. Un’opera che incarna perfettamente quel mix di culture con cui il progetto europeo “Watershed”  – vincitore nel 2012 del “Programma Cultura” della Commissione Europea – è salpato verso nord, in nome di un’osmosi tra realtà differenti con un’attenzione specifica all’ attrattività paesaggistica e all’identità locale. Un progetto incentrato sul delicato tema dell’acqua, nel quale l’opera di Guillermina De Gennaro diventa uno dei migliori esempi di opera versatile, poliglotta, perfetta sintesi e portavoce di quell’idea, sempre attuale, che si muove agilmente tra differenti dimensioni culturali, geografiche e sociali, caratteristiche del museo temporaneo promosso da “Intramoenia Extra Art”. Per questo siamo così vicine, io e Guillermina De Gennaro, il curatore e l’artista. Siamo sulla stessa onda.

Giusy CAROPPO
Curatrice indipendente