Rosalba Branà, Dir. Fondazione Museo Pino Pascali, Le Neo-Nature della bio-diversità

Neo-Nature della bio-diversità

Il lavoro di Guillermina De Gennaro, mette in scena soggetti de-territorializzati e, attraverso un lavoro sull’identità propria ed altrui, indaga sulle verità nascoste in ognuno di noi.
Componente principale della sua ricerca per molti anni è stato il ’ritratto’ inteso come mezzo rivelatore dell’anima; l’aspetto diafano dei suoi volti (fotografie o acrilici) acuisce il senso di ‘remoto’ e ‘lontano’, importanti parole-chiave della poetica della nostra artista.

Con il ciclo “Neo-nature”, intrapreso da qualche anno, l’artista abbandona al proprio destino e al mutare del tempo i volti a lei cari, che fluttuano e galleggiano sull’acqua o tra rami e foglie naturali quasi andassero alla deriva e verso l’oblio della memoria.
Il rapporto Arte-Natura si ripropone costantemente nella storia dell’arte in generale, negli Anni Ottanta si sviluppa la corrente Art in Nature che vede in Vittorio Fagone, uno dei principali teorici, al centro temi inerenti quali l’ecologia, la sostenibilità e i processi di vita che caratterizzano ogni forma vivente. Tale movimento mostra un’attitudine verso la natura differente dalla Land Art, in esso l’artista sente e ricerca una relazione di alleanza con l’ambiente naturale, superando la concezione di dominio dell’uomo sulla natura. Artisti come Nils-Udo, Andy Goldsworthy, David Nash ed altri, vivono il fare dell’arte con e nella natura, vogliono provocare un cambiamento nel pensiero collettivo rivolto all’ambiente naturale, utilizzando l’arte come mezzo per comunicare con la società.

Per la De Gennaro l’epoca in cui viviamo segna una nuova possibile alleanza tra l’uomo e la natura: non opposizione tra essere umano ed ambiente, ma l’aprirsi ad una  visione in cui l’ambiente condiziona l’esistenza umana, e quest’ultima, viceversa,  perfeziona e nobilita l’ambiente con la sua attività creativa, produttiva e responsabile. L’essere umano va raccontato non separato dal  mondo naturale ma quale parte integrante. Viviamo dunque in un mondo di materia, con un corpo di materia organica e la natura deve essere la nostra compagna.
Le opere del ciclo Neo-Nature sono eseguite sempre site-specific in luoghi quali spazi aperti eperiferie metropolitane, orti botanici, stagni, parchi marini, anse di fiumi e porti, ma anche estreme periferie urbane lasciate al degrado, l’intento è con-fondere arte e impegno sociale ed ecologico.

Altra categoria indagata dalla nostra artista è il concetto di ‘temporalità’: è il tempo che modifica l’opera. Lo sviluppo e la caducità della materia organica delle piante e arbusti con cuila De Gennaro intrappola le sue immagini fa sì che queste acquistino con il passare del temposembianze sempre diverse. Opere che sfuggono volutamente alla mano dell’artista evivono di vita propriari creando luoghi emozionalidi forte intensità.

Guillermina attribuisce alla percezione sensoriale e all’interazione con chi guarda, una grande importanza: guardare, toccare le foglie, sentire i profumi della terra fresca e dei germogli, ascoltare il suono dell’acqua, il movimento delle onde… Poiché le Neo-Nature prima ancora che visivamente si impongono per una connotazionespirituale e tattile, per una conciliazione  tra spirito e materia, tra universale e particolare, tra pensiero e sensibilità.

Rosalba Branà
Direttrice Fondazione Museo Pino Pascali